Vorrei ricordare l’ingenua neve

nel suo tentativo di coprire sangue

per illuderci forse che ogni cosa

possa essere occultata, mai esistita.


La memoria, però, travalica il bianco,

va oltre ogni filo spinato, oltre ogni arma.

Supera distese perverse, malanime,

recinzioni incomprensibili e fa la storia.


Io amo cantare le gesta dei miei eroi

ma devo, perché voglio, rammentare il male

per fare in modo che mai più si ripeta.


E tuttavia, davanti a un  foglio immacolato,

mi chiedo, oggi, cosa può fare un verso

se non il verso all'impotenza umana.


La mia poesia, che tanto chiamo in soccorso,

non é capace, neanche lei, di lenire dolore.

Solo pregare.

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Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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Strade fuori fuoco...
La triste Barcellona infernava
Nella foto cenerina

La guerra di Marina
Fiera di sangue che veglia sorridente
Era pronta a scatenarsi
"Clanga Clanga! Camarades, hurrà"
Nike aquilina Ginestà

Dolce comunista
Partigiana in fasce
Strappa a naso rotto
La sua casa patriarcale
Con proiettili negli occhi
Venti scapigliati le scolpiscono il sorriso

Bombardano le nubi i carri alati
I ponti si sfaldano e s'intrecciano
Sciolgono il mare e sfilano i tori
I fascisti mattatori e cani armati

Ma Marina resta intatta ...
Dallo ieri al presente
È pesante la vita e costante il mirino
E gli aerei non cessano
Di far la terra infetta

Marina resta nel mio pugno chiuso
Sbraitante contro il vento
Mentre ci danzo intorno


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Profilo Autore: Ealain  

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Dolce bella Angelica

dagli occhi di bragia ;

del paladino Rinaldo

innamorata

Guerriero valoroso

entrò nella fantasia del

poeta che raccontò:

"le donne i cavalier

l'arme e gli amori ".

Nel fantasticar, incontrò

Orlando che furioso, pazzo

di gelosia, d'Angelica

innamorato non

si dava pace.

Carlo Magno, consegnò

Angelica fiera di discordia in

custodia al vecchio Nama

donata l'avrebbe al cavalier

vincitor.

La battaglia fu cruenta,

si batterono cristiani contro

saraceni.

Nella lugubre notte fugge

dal campo Angelica

e

dopo tanto pellegrinare

incontra Medoro,

giovane fante saraceno ferito.

Di lui si prese

cura se ne innamorò nel

favoloso regno del Catai

con lui se ne andò.

Orlando alla

ricerca

disperata dell'amata,

incontrò la verità trionfante

e brutale tutt'attorno.

Trovò segni di cuori

incisi    dai due amanti.

Immediato fu lo strazio.

Invano la sua mente cercò

una via di difesa.
Impazzì

per il dolore.

In soccorso del cavaliere

venne il paladino

Astolfo

che in groppa all'Ippogrifo,

andò sulla luna per riportargli

il senno smarrito.

Così fu liberato dalla follia

d'amore.

Nobile Orlando, preso dall'amore

puro ,, senza arme ,

vinto  da una fanciulla.

22.5.2005

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Profilo Autore: silvana1  

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premessa: questa poesia parla dell'ipocrisia della giornata della memoria, ricorrenza in cui, almeno per un giorno, cerchiamo di scordarci della nostra indifferenza nei confronti degli orrori del passato


C'è una bestia, a Birkenau
Che mi segue fino al letto
Si arrampica, con l'ombra cinerea
E le impronte di scarpe
E di sangue
Si sente sul petto
Riempie di sogni la mente
Di sogni di lamenti, nero
Neve, fuoco e freddo malato
I lividi e il corpo secco
Un campo, ma non prato
Di fiori di filo spinato

E tutto è così vuoto e senza senso
Ma pesa e mi pressa, ostinato
Come il grilletto di quel ferro
Che ho voluto tante volte
Che a me togliesse il fiato
E non ai morti
Che non ho mai conosciuto

Ma allora lor chi sono?
Queste lacrime che verso
Su carta e su schermo son finte
L'elegia di compianto
Che canto è finta
La memoria è finta
Io non vi conosco, spiriti tristi
Perché la bestia vera sono io
Che non provo l'empatia
Per essere umano
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Profilo Autore: Ealain  

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Non dimenticate l’uomo

spogliato del suo nome,

i suoi occhi incisi nel terrore

erano lettere di dolore

nascoste all’umanità.

Non dimenticate l’uomo

gettato nella disperazione,

come un fiore ammazzato

dal gelo incomprensibile della morte.

Non dimenticate l’uomo

tradito dalla speranza,

deportato come bestia senza dignità,

piegato alla schiavitù del male.

Non dimenticate l’uomo

accartocciato dalla violenza,

massacrato dalla fame,

picchiato dalla crudeltà,

aggrappato inerme al filo spinato.

Non dimenticate l’uomo

incenerito in un camino,

non dimenticate l’uomo,

non dimenticate mai e poi mai

gli errori imperdonabile della storia.

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Profilo Autore: rosa dei venti  

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Che spettacolo!

Gli occhi spalancati

grandi come elefante

Mi lustro!

Intanto la mia mente

inizia a volare!

Attraverso il Mondo!

mi vien da cantare!

Quadro mozzafiato!

Vedo il Paradiso!

Scala molto ripida,

gradini sdruccioli

Attento!

Bel quadretto incorniciato,

il grande Pittore beato!

Formichine estasiate

si sono adoperate!

Membra affaticate

lacrime di sudore,

la terra le raccoglie!

Tanto lavoro han fatto!

Alla fine ricompensate!

Opera d’immenso

nell’infinito mare della conoscenza!

Me ne compiaccio e vi ringrazio!

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Profilo Autore: Antonietta Angela Bianco BGrZv*   Socia sostenitrice del Club Poetico dal 25-07-2021

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Una limpida creatura,
di dolci pensieri la serva,
che guardi brillare.
Ti vede, ti segue.
Prende la tua via e l’accende;
e io pure lo sento
quel tragico amore
che scende; e più ti guardo,
più capisco il suo dove.
È l’alto, lo scuro, l’immenso;
e sale volando, svanendo,
l’effimero fumo d’incenso.
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Profilo Autore: Samuel Longo  

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Carthago delenda est.


Un entusiasmo d'altri tempi


che non sfugge alla memoria.


Fantasie al tempo degli studi


sulla rovina di una grande città


che il sale bruciò in grandi tormenti.


Mi ripeto "Carthago delenda est"


ché il pensiero non smentisce.


Deve essere distrutta, distrutta...


Un'invocazione agli Dei, una prece,


da bruciare  tutta senza ceneri.


Brucerà come corpo di donna


come Didone morì sulla pira


senza ritorno di vele dell'amato.


Brucerà come olocausto agli Dei.


Senza pietà brucerà di saldo odio.

 

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Profilo Autore: Libero  

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Morente Venere, fu
Tempio verde muschio;
Morente Atena, fu
Ulivo per Tusci;
Morente Cerere, fu
Latte grumoso de la lupa.
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Profilo Autore: Carboluka  

Questo autore ha pubblicato 34 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Non ricordo il mio nome,

neppure quello del mio Dio,

sono solo un numero senza importanza,

uno schiavo alla mercé del delirio.

 

La stella di David strazia il mio petto,

è il mio passaporto per l’inferno

e stride nella mia mente

il cigolio di quel vecchio vagone

come il singhiozzo di un bimbo ferito

nella quiete agghiacciante del destino.

 

“Sporco ebreo, non meriti di vivere!”

Ed odo risa ubriache d’orrore

aggrottare i miei occhi

crocifissi inermi alla morte

contro quel recinto di filo spinato,

seviziato come un cane randagio

affamato d’uguaglianza e rispetto,

come fossi un vecchio rottame,

un inutile rifiuto umano.

 

Ormai sono solo un gomitolo di ossa

piegate dalla fatica e dal freddo,

han saccheggiato la mia dignità

ed ora volo nel fumo di quel comignolo

pesante come piombo,

come la coscienza dell’uomo

schiacciata da un cielo assassino.

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Profilo Autore: rosa dei venti  

Questo autore ha pubblicato 766 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.


Pannocchie tenere da sfogliare
sull'aia infuocata dal sole,
i canti s'innalzano lieti
e l'eco di risate in sordina,
fanno da strumento senza armonia.
Piedi nudi e sudore di terra,
sul viso e sul corpo sono
marchi di lavoro febbrile,
che arriva prima del raccolto.
E poi una nuvola e la pula riempie
l'aria come fiocchi di neve,
chicchi gialli risplendono al sole,
e le barbe marroni del mais
sono capelli,
di bambola senza  occhi e vestito.
Già giunge il tramonto,
e l'aria rinfresca
nelle sere d'estate di un tempo che fu.

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Profilo Autore: Marinella Brandinali  

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Juan*
Ti avrò per dar forza a queste braccia.
Per dar vita a questi miei occhi... io ti riavrò!
Andrò per ricchezze e te le porterò... 
ori, diamanti e danaro, qualsiasi costo
io lo pagherò e finalmente io ti avrò.
Isabel*
Ti aspetterò, poiché mai vita è vita senza te.
Con cuore in speranza e anima in pena
io ti aspetterò... dovessi farlo fino ai grigi capelli.
Ti aspetterò e contrasterò il destino, con l'oblio
di tutti gli abbracci mancati... io ti aspetterò!
Juan*
Ecco, ho attraversato mari rossi e follie umane,
guadagnando il costo della felicità tanto bramata.
Quella felicità ha il tuo nome e sulle mie labbra
ha il suono soave dell'amore di due innamorati.
Ma il tempo infame ha combattuto contro di me.
Isabel*
Le mie labbra desiderano ancora le tue 
e le lacrime sono un fiume dentro l'anima,
che uccidono cuore, mani e occhi ormai concessi 
a chi non ha il tuo nome, a chi non da il tuo amore.
Bramo le tue labbra... ma rinnego il tuo bacio.
Juan* 
Non ci sono parole ne atti per tanto dolore,
non ci son respiri, ne più ragione che mi trattenga
in questa vita e nell'infame destino scritto per me. 
Taccio... dinanzi allo sguardo triste e tanto amato.
Taccio... e metto fine al bacio chiesto e mancato.
Vado via da te, dal mondo e dalla vita. 
Isabel* 
Colpa d'anima... sepolta mia, insieme alla tua. 
Dove sei vita mia, in quale inferno t'ho mandato?
Dove sei cuore mio, in che oblio mi hai lasciata?
Esplode nel petto il rimpianto e lenta m'avvicino,
sfioro la mano fredda, mi chino a baciarti, alzo il velo
col cuore piangente ma si ferma e si spezza in due.

*Amanti di Teruel*
Nel cammino della vita, ci siamo amati e persi.
Il tempo tiranno, l'umanità travalica d'odio...
noi due non abbiamo mai avuto un "noi"
La morte ci unisce ora che... più non siamo. 
Solidi corpi, testimoni, raccontano... 
di tramonti e albe, di persecuzioni e inganni 
che nei secoli ancora ci perseguitano. 
E queste mani... che quasi si sfiorano... 
lasciano sospiri che non sono respiri, 
per queste vite passate e mai vissute. 
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Profilo Autore: Clorinda Borriello  

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A voi O Muse supplice
Narratemi dell'Italia l'eroe
Che greve furor contro i nemici
Seppe più che la ragione
L'orgoglio di Roma; che di beltà
Abbacinante, come solo l'italiano puote;
Che d'infamia rivestito
Nel ricordo commuover suole:
(E di altre cose ben note)
Combattendo, vinse!
Amando l'Italia, lei lo cinse!
Come lui, o Muse son d'amor per voi,
Così nella misura che conoscete
Sappiate quanto poco sono
E se d'un verso solo getto a crogiolo:
<Viva l'Italia fascista finché non muoio!>
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Profilo Autore: Fone  

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pla


                                                                                                                                                                         Albori, anni e secoli distinti,

                                                                                                                                                                  anime inermi ad aggirar le stanze,

                                                                                                                                                                      dipinti a raccontar storia,

                                                                                                                                                                senso di riscatto che il tempo dona,

                                                                                                                                                                      storie di memore bellezze

                                                                                                                                                               scritte in calco d' amori e dolori eretti

                                                                                                                                                             sogni aperti ad altri sogni da far sognare.

                                                                                                                                                          oh Palazzo Odescalchi a dominar la piazza

                                                                                                                                                             con le finestre aperte ad osservar passanti.

                                                                                                                                                                  Maestosa visuale, solenne e cordiale

                                                                                                                                                                         a salutar giorni, mesi e anni,

                                                                                                                                                                         ad aprir danze e banchetti,

                                                                                                                                                              battute di caccia nel giardino all'italiana,

                                                                                                                                                               alberi, piante e fiori a contornar il viale..

                                                                                                                                                                 Vivesti e vivi ad immagine presente

                                                                                                                                                                       quel fu di Principesca vita

                                                                                                                                                                   ove possente è ancor la visione e

                                                                                                                                                                             fa calco con il cuore,

                                                                                                                                                                ed ogni lato del maestoso palazzo

                                                                                                                                                                          dona gloria agli occhi

                                                                                                                                                                 un cenno di lievezza ad anima gentile,

                                                                                                                                                                      tocco d'allegria a rallegrar storia.

                                                                                                                                                         Fantasmi indisturbati ad abitar dentro le mura

                                                                                                                                                                parlano e sorridono e lì dimorano

                                                                                                                                                                               anime e storie!

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Profilo Autore: Adele Vincenti  

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Sotto i piedi terra arsa, di memorie
non rispettate questa è teatro

Chiedo
Quale motivo spinto da ignoranza
Portatori di vana incertezza, un passo avanti
e cento indietro, colpe ammesse
Lasciateci soli
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Profilo Autore: Marco  

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