Piume e petali di rosa nel vento,
chiese verticali e liquide
valli a distesa d’orizzonte. A stento
intese l’uomo, che sulle ripide
discese da altezze siderali
girava tutto: oblique vocali
nel volume della realtà, legni
di croci e palafitte, stagni
in quiescenza e pensioni
nell’aldilà per angeli e demoni,
il senso acuto delle sconfitte
dopo l’incrocio delle fitte
al cuore. Le mani nelle attese
infinite, nascosti, da occhiali
da sole, sguardi come cattedrali,
esposti alla catena d’intese
impreviste. Mai e mai si arrese
il maestro del racconto: accanto
all’altare, nel chiostro soltanto
pace nelle zone buie della sera,
quel tanto che basta a dare voce
al plenilunio e alla preghiera
tra le ombre di una vita di luce.