La brina di novembre
è un sipario accasciato
fra la magia delle fate,
fragile punteggiatura di luce
perduta nel silenzio dell’inverno.
Si sgretolano alla finestra
un pianto di foglie cadute,
valigie di pioggia e d’argento
incise nel muschio austero,
venti inscatolati su una panchina,
stanchi ricci di castagna
a ferire un cielo grigio,
ombrelli danzerini,
a barcollare tristi per le strade.
La brina di novembre
s’accascia anche sul cuore
come un vecchio malinconico
a scrivere fra le poesie della vita
il suo ultimo dolce orizzonte.