Due sestine di endecasillabi con rima ABBACC; ventuno endecasillabi a maiore senza rime; quattro+una quartine di endecasillabi con rime ABAB
I. OUVERTURE - ADAGIO
Pensieri che mi affioran nella notte
consonanze d’amori e d’armonie
vado cercando in folli analogie
rovistando dell’anima in mie grotte,
amori ambiti e sol fantasticati
o vissuti, appaganti o rinnegati
laddove ancor il cuor gioisce o duole
tra vaghe sinfonie di sottofondo
e immagino danzare in girotondo
note e sillabe equivoche in parole
segreto capriccioso gineceo
intanto che s’approssima Morfeo.
II. ANDANTE CON BRIO
Mi fingo amor concerto in FA minore,
a dir che lei fa-cea vita dimessa,
poi più intenso che vissi in DO maggiore,
donna do-mina della propria vita
e pure sinfonie d’amori in RE,
se maggiore o minore più non cale,
‘re’ come rege, quindi mia re-gina,
e mi fingo concerti in SOL d’amore,
‘sol’ come a dire “bella come il Sole”,
o come donna sola, sol-itudine
ch’io potessi allietare in compagnia,
oppure sinfonie d’amori in SI,
‘si’ come riflessivo, come amar-si,
e penso al sì del dì del matrimonio
o a quel ‘si’ che dà inizio a si-ntonia,
laddove fu sol musica dei sensi,
e amore in MI del mi-ao di una gattina
trovata abbandonata sulla via,
e infin in LA, là dov’erano i sogni,
la-nguidi amor di quando ragazzino
volevo affascinar con la chitarra.
III. ANDANTE MODERATO
Mi balocco ancor pria che il giorno muoia
mentre inizio ad accogliere Morfeo,
allor che mi disturban senza gioia
generi in cui non so sentir Orfeo,
atonal musica e dodecafonica,
non so bene qual sia la differenza,
che sento prive di ragione armonica,
che sento prive di amorosa essenza,
non atte a consentir evocazioni
riproducibili a voce o tastiera
d’erotiche amorose sensazioni
oppur d'altra piacevole atmosfera,
né le associo a nessuna donna ambita:
perché atonale val donna tediante,
dodecafonica vale sgradita
donna che sempre parla petulante.
IV. FINALE - ALLEGRETTO
Scacciata questa musica molesta
fo ritorno alle solite armonie,
sul morbido cuscin giro la testa
e dormo sillabando poesie.
I. OUVERTURE - ADAGIO
Pensieri che mi affioran nella notte
consonanze d’amori e d’armonie
vado cercando in folli analogie
rovistando dell’anima in mie grotte,
amori ambiti e sol fantasticati
o vissuti, appaganti o rinnegati
laddove ancor il cuor gioisce o duole
tra vaghe sinfonie di sottofondo
e immagino danzare in girotondo
note e sillabe equivoche in parole
segreto capriccioso gineceo
intanto che s’approssima Morfeo.
II. ANDANTE CON BRIO
Mi fingo amor concerto in FA minore,
a dir che lei fa-cea vita dimessa,
poi più intenso che vissi in DO maggiore,
donna do-mina della propria vita
e pure sinfonie d’amori in RE,
se maggiore o minore più non cale,
‘re’ come rege, quindi mia re-gina,
e mi fingo concerti in SOL d’amore,
‘sol’ come a dire “bella come il Sole”,
o come donna sola, sol-itudine
ch’io potessi allietare in compagnia,
oppure sinfonie d’amori in SI,
‘si’ come riflessivo, come amar-si,
e penso al sì del dì del matrimonio
o a quel ‘si’ che dà inizio a si-ntonia,
laddove fu sol musica dei sensi,
e amore in MI del mi-ao di una gattina
trovata abbandonata sulla via,
e infin in LA, là dov’erano i sogni,
la-nguidi amor di quando ragazzino
volevo affascinar con la chitarra.
III. ANDANTE MODERATO
Mi balocco ancor pria che il giorno muoia
mentre inizio ad accogliere Morfeo,
allor che mi disturban senza gioia
generi in cui non so sentir Orfeo,
atonal musica e dodecafonica,
non so bene qual sia la differenza,
che sento prive di ragione armonica,
che sento prive di amorosa essenza,
non atte a consentir evocazioni
riproducibili a voce o tastiera
d’erotiche amorose sensazioni
oppur d'altra piacevole atmosfera,
né le associo a nessuna donna ambita:
perché atonale val donna tediante,
dodecafonica vale sgradita
donna che sempre parla petulante.
IV. FINALE - ALLEGRETTO
Scacciata questa musica molesta
fo ritorno alle solite armonie,
sul morbido cuscin giro la testa
e dormo sillabando poesie.
Commenti
Nella parte briosa senza rime le note ci son tutte, ma spero non serva una nota per farlo notare!
La musicalità del verso poetico somiglia a quella di un testo musicale. Nel senso che entrambi hanno delle regole. Una prosa può essere anche poetica (nella sostanza) e una poesia può risultare prosaica (malgrado la forma). Conciliare forma e sostanza è una sfida che oggi non tutti accettano. Ma sono convinto, e lo ribadisco, che fare poesia senza uno schema metrico/rimico definito è più difficile. Come fare apprezzare un pezzo jazz. Bisogna essere molto bravi.