Apostrofi d’eterno,
meteore dei miei baci appassiti,
mi disfo dei bozzoli del cielo
che più non mi appartengono
e non sei più tu
la casa dei miei giorni,
il peccato dei miei anagrammi vuoti.
Declino il rammarico dei tuoi sguardi
in alfabeti sconosciuti,
nel silenzioso carillon dei ricordi,
calpesto i colori dei giorni
come tenere spighe di grano:
arriveranno voci d’addio
a scrivere nuove emozioni.
Commenti