Terzine di endecasillabi canonici a rime incatenate.
Versi solenni o puzzolenti peti
che scorron dando a troppi un gran fastidio
dato che loro, che son gran pöèti
san molto bene quanto sia dissidio
tra metro giusto e sentimento vero;
e non mi valga amore per sussidio
d’un tal Petrarca avvolto nel mistero
d’un mondo morto, senz’alcun erede;
d’un Dante che, fantastico veliero
solcato ha mari di passioni e fede
o d’un Manzoni che per patrî sogni
senza viltà tra metri e rime incede!
Siamo moderni, occorre mi vergogni
di stare a perder tempo nel cercare
di sistemar parole e versi in ogni
stramaledetto verso per tentare
di metter sempre la lunghezza giusta
senza saltar comunque di rimare
come piegassi feroce con frusta
ciò che ho da scriver senza mai sforare
e ciò spingesse a mettere un’ingiusta
parola mentre cerco di spiegare
cos’è che lacrime abbia scatenato
che a malapena riesco a controllare
ora che nello specchio ho traguardato.
Guardando meglio, andando più vicino,
ben soppesando mi sono sputato
e visto che son pessimo cecchino
sono riuscito a errare anche il bersaglio.
Son demodé, fallito e anche meschino,
la voce dolce simile ad un raglio
e qual che sia l’ambìto mio progetto
esiterà in nuovo grave sbaglio
di cui vorrò ad altri, sì, l’ammetto,
dare le colpe, eventi sempre avversi
quando son’io ad essere un difetto.
Non riesco neanche a sciogliere i miei versi
che restan fissi proprio come me
endecasillabi, anche un po’ perversi:
incatenati senza alcun perché.
09/01/2024
Versi solenni o puzzolenti peti
che scorron dando a troppi un gran fastidio
dato che loro, che son gran pöèti
san molto bene quanto sia dissidio
tra metro giusto e sentimento vero;
e non mi valga amore per sussidio
d’un tal Petrarca avvolto nel mistero
d’un mondo morto, senz’alcun erede;
d’un Dante che, fantastico veliero
solcato ha mari di passioni e fede
o d’un Manzoni che per patrî sogni
senza viltà tra metri e rime incede!
Siamo moderni, occorre mi vergogni
di stare a perder tempo nel cercare
di sistemar parole e versi in ogni
stramaledetto verso per tentare
di metter sempre la lunghezza giusta
senza saltar comunque di rimare
come piegassi feroce con frusta
ciò che ho da scriver senza mai sforare
e ciò spingesse a mettere un’ingiusta
parola mentre cerco di spiegare
cos’è che lacrime abbia scatenato
che a malapena riesco a controllare
ora che nello specchio ho traguardato.
Guardando meglio, andando più vicino,
ben soppesando mi sono sputato
e visto che son pessimo cecchino
sono riuscito a errare anche il bersaglio.
Son demodé, fallito e anche meschino,
la voce dolce simile ad un raglio
e qual che sia l’ambìto mio progetto
esiterà in nuovo grave sbaglio
di cui vorrò ad altri, sì, l’ammetto,
dare le colpe, eventi sempre avversi
quando son’io ad essere un difetto.
Non riesco neanche a sciogliere i miei versi
che restan fissi proprio come me
endecasillabi, anche un po’ perversi:
incatenati senza alcun perché.
09/01/2024