La bellezza si fermò ai lati della strada
E sui balconi
La bellezza coprì l'erba e la rugiada
Si distese nel fumo dei lampioni

Arrampicandosi sui palazzi
Come un esercito di ragni
Lasciò pezzi e polveri di giorni e notti
Ricoprire
Sì trascinò e distese su edifici stagni
Senza movimenti, sui vetri rotti

La bellezza fece capolino
Da una finestra, con sigaretta accesa
E si mise a guardare le luci
In un odore di gelsomino estivo
E nell'autunno, poi, un albero corroso
Poi d'inverno la cenere che muore dal camino
Silenziosa e senza peso

La luna, che fora coi suoi occhi
L'aria nebulosa
Pallida sonnambula che giace sulle acque
Febbrile e ossosa
Tese le braccia a distanze eque
Sulle case tisiche e i crocicchi
Spandendo fumi e luci di lampioni

Tumida luna, che incendia coi suoi occhi
L'aria scarlattina
E dona oscura luce al campo
Andiamo intorno all'albero di maggio
Prima di mattina

Volano i tuoi raggi come lucciole
Nelle mie costole stanche
Sui miei capelli di paglia
E per vederti ho piccole
Nere pupille corvine

O luna che abbaglia
Le mie ossa bianche
Di spaventapasseri

Il tempio dei tuoi occhi
Odori soavi di lampade ad olio
L'attesa di quel tutto
Che mi schiaccia il cranio in un bel suono

Le cose si aprono e dipartono 
Le cose crollano e si sostituiscono
La luna si apre in voragini
E buchi neri e infiniti
Che bucano il cielo, divampano
I fiori si chiudono nei silenzi notturni
Come vergini appartate

Lampade, lampade ad olio
In attesa a mezzanotte

È una luminosa notte
Da un luminoso pomeriggio senza stelle
E con la luce che ti si versa addosso
Mi tendo e contemplo con mano tremante

Poi la bellezza passò nella città
Su strade di visi e di visiere
Che nascondono le facce

Che fanno capolino fra le cartacce
E le scritte bianche e nere

È un luminoso pomeriggio
Quello sul tuo viso
Che distende i suoi veli in un raggio
Per accarezzarlo sereno
E vanitosamente si specchia
Sulla tua pelle, sul tuo riso
Sui tuoi respiri e il tuo seno
Prima della fine della scollatura

È un veloce pomeriggio
Che si stira stanco e affaticato
Poi cala il crepuscolo
E tutto si fa grigio
Cala sulla fogna e sullo scolo
Cala sulla casa e sul prato
Cala sui lampioni e le serrande
E tutto si assopisce
Prima della fine, nella città grande

Sentiamo, dopo i bar
La musica e i ristoranti
I suoni dissestarsi e incominciar
A fare spazio alle piccole cose della notte
Pensai
Che prima della fine tutto dorme

E dunque la giornata si esaurisce
Resta inerme
Tu ed io, giriamo e rigiriamo
Notiamo e annotiamo cose negli occhi
E nuotiamo e anneghiamo nella notte informe
Tutti i suoni, le immagini e i colori
Sono infermi
Tutta la città e le ore e le luci
Sono inferme
Tutte le cose che brillavano nel sole
Prima o poi, sono morte

La bellezza è eterna
Prima di finire sepolta
Con le braccia rotte
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Profilo Autore: Ealain  

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