Si fa carezza la sabbia di Dinan
fredda d'umido,
compatta d'acqua,
dov'è il sonno delle ostriche.
Velieri poppe al vento,
sfoggiar di bicipiti e dame,
parate d’ombrellini al passeggio
uomini baffuti e cilindrati.
Bastoni d'avorio
a guisa di spada da roteare
sui radenti gabbiani,
dispensatori di guano.
Stridìo di ghironde,
pizzichìo d'arpe
e i fuochi a sera brillano,
come gli ottoni sull'Orient Express.
Venezia è un passaggio,
ricordi Salisburgo?
Ah, Wolfgang caro,
come sei lontano
dal salmastro di quest'aria.
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Ciao.