Voglio arcobaleni piegati sui lati, verso gnomi e pentole d'oro;
non si addicono i bianconeri ai nerobianchi del mondo,
non si fanno scacchiere mentre tutti eliminano i gradini,
passatoie di petali, non cocci sui sentieri.
Sorrisi, delizie di cuore, pertugi che si aprono disvelando amore,
quello che noi respiriamo pensandolo dal peso di una carezza
o di una lacrima che si posa, roteando nel vuoto,
sulla fronte appena accennata di febbre.
Archi di vertebre, braccia sempre presenti,
silenzi violentati nella notte del declino,
nervi immobili contro una tarantella convulsa,
parole di conforto al vento, che sa dove posarle.
>una speranza nel mattino randagio troverà la dimora<