Amerò l’indice dei tuoi silenzi,
la curva dei tuoi sensi,
l’inchiostro dei tuoi naufragi,
il petto dei tuoi sguardi.
Ai poli del dolore
più non bussa
il mio tramonto,
la solitudine dei pensieri
sporca il mio vuoto
ed ha i riflessi dell’autunno
questa cometa d’anima tua
appuntata sul cuor mio.
Spicciati a leggermi
in questo pianto di luna
immolato al destino,
ho fame dei tuoi sguardi
che m’abitano d’illusioni,
la cattedrale del mare
brucia i suoi ricordi,
incide i nostri nomi
su una lavagna di cielo
a respirar i nostri battiti.
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