Mi devasto da un lungo oblio
sull'asfalto in crepa, autore e...
impostore di parole maledette.
Mi ridesto con ossa in dolore,
arrampicandomi tra ripide rocce
dimenticate come antiche lapidi.
Intravedo le nubi che soffiano
tra le vesti e le lacrime logorate.
Ipnotizzata dal tempo veloce
faccio forza sulle gambe
mentre un ultimo respiro graffia
il petto angustiato e la gola.
M'è fatale la distrazione e mentre
un passo va su riassestando un pensiero,
un altro va giù e mi spinge nel vuoto.
Commenti
farsi forza per andare avanti. Ma se di prendere coscienza si parla, bisogna essere attenti, farlo con cognizione di causa, perchè un passo falso significherebbe ricadere nel vuoto.
Belle metafore, brava! Ciao...^.^