Tu non ami definirti, vero Aurè?
L'"amante" ti dettò la condizione:
"Sono tua se tutta tu mi accetti!"
Eh già, la "vita" ti ha proprio stregato.
In geometrie ti ha risucchiato
e rette, cerchi, semirette e curve
han formulato la sua equazione.
Ma, al momento della soluzione...
in quale angolo tu sosterai
da cui guardar la tua esistenza?
Quello concavo, delle nostalgie?
Fosse così, ripercorreresti
soltanto il sentiero dei ricordi belli.
Il convesso, dell'indifferenza?
L'ultimo atto aspetteresti freddo
e ignoreresti il nascer d'ogni stilla.
L'angolo ottuso, della fatalità?
Non accorgendoti che ancora esisti,
verdetto accetteresti muto.
L'angolo acuto, del romanticismo?
Ripenseresti al grande amor ch'hai dato
lasciando in sospeso il non ricevuto.
L'angolo piatto, dell'inerzia?
Dovrai scansarlo in tutta fretta
per evitarti uno stato sconosciuto.
L'angolo retto, dell'innamorato?
Pur moribondo, ti vibrerebbe il cuore
ch'ancor vorrebbe ancora innamorarsi.
Quel dì sarai tutto in un secondo.
Tra tanti te dividerai la sorte
ma chi ti sa ne sceglierà solo uno.
Ti ciberai di flebo d'ingenuo eroismo,
del buon affetto di chi ti vuole bene,
di dosi a goccia dei rimorsi,
di dosi a goccia dei rimpianti,
nel piatto non svuotato dei tuoi sogni.
Chi sarai, a soluzione data, tu?
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