Per certo le strade tendono al nero
E lo sguardo mio in esse s'incarta
E i torbi cieli e il profondissimo paesaggio
Degli anonimi sentieri incanta il mio passaggio
Su questo pianeta austero
Sulla quiete marina della terra
Lo scrostato globo sullo sfondo
Si pinge un quadro annuvolato e grondo
E pago in grandezza, il mio occhio vi erra
Questo nero, umido e gonfio
Ch'è riflesso del mio stesso
E dell'ampio tonfo
Che è la mancanza del senso e del nesso
Ribatte del suo timbro come tamburo
Nel mio corpo
Così cos'è infinito e scuro
In me si fa corso
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