Il silenzio di una donna
colora il cuor delle stagioni,
è un bocciolo d’alba cheta
rubato ad un rimario di stella,
un carillon d’universo infinito
annodato al grembo dei suoi battiti.
L’anima di una donna
s’apostrofa dei riflessi del mar,
è lavagna di teneri baci,
anagramma d’abbandoni,
addizione dei suoi fragili sbagli,
poesia del suo tempo,
romanzo dei suoi sguardi.
L’amore di una donna
s’accoccola sul cuor di un uomo:
è una rosa regalata
al dolce pianto della luna.
Una donna semplicemente
che cerca appigli
di serenità, tra grovigli
di sentimenti.
Una donna semplicemente
che cerca e dà amore
a chi si sente solo,
triste, sperduto.
Una donna semplicemente,
con il suo bagaglio di difetti
e virtù, questa sei tu,
siamo, ognuna di noi...
Otto marzo ... una festa
fumo quello che resta
e la nebbia prodotta
ne impedisce la vista
spento il profumo donna
che ha preso sopravvento
lì ... femmina prevale
col maschio a guerreggiare.
Maschia attesa intanto
in qualcosa che accada
con mimose alla mano
- una nuova avventura? -
Ognuno al proprio ruolo
a sapor compensativo
con voglia di finirla
magari in pari patta;
l'uomo baratta l'otto:
amore a angolo giro e
quotidiana ribalta.
rosa nera evitata
...ero fatta per essere nuvola.
Mescolata di cielo e di vento
un lembo azzurro immenso e smisurato .
... ero fatta per essere donna .
Con obbiettivi e passioni ,
con giorni di rabbia e delusioni,
con sorrisi e pianti di istanti ,
con scontri di stelle e meraviglie ,
con bronci ed arcobaleni,
con occhi alla finestra
ed il cuore tra le mani.
... ero nata per essere madre .
Generando e al mio seno
nutrendo dolcezze .
Sono una figlia,
sono una donna ,
sono una madre !
Privilegiata con gratitudine .
luna luminosa nel cielo notturno.
Donne impetuose come tizzoni ardenti
solitarie meteore o stelle cadenti?
Combattenti e volitive
dolci e sensuali Donne...
Musicali e melodiose voci
nell'anima di una donna
contro il mondo in guerra.
Schiaffi assordanti
sulla pelle innocente.
Mai più.
C'è una bellezza nella vita
che puoi cogliere
quando sei triste.
Cosa hai di bello
te lo dice il Cielo
sopra di te
O la Luna che si affaccia curiosa,
per vedere cosa sai
inventarti.
Cosa importa se sei sola,
oggi...?
il mondo ti coccola
in un abbraccio
universale!
nascondono la verità.
Sanno quanto valgono
non si sottovalutano
sono forti mai deboli
osservano e vanno oltre.
Non perdono dignità
con esseri insensibili
donne come poche.
Non si fanno comprare
nè con i soldi
nè con l'amore finto.
Hanno il coraggio
di andare avanti,
hanno il sole tra le dita.
lottano e credono
in loro stesse
all'infinito.
Anche se la vita
le mette alla prova,
con tenacia e grinta
oltre il tempo che scorre.
Non si arrendono,
non mollano
e non si lasciano plagiare
da esseri
che le vogliono modificare.
Ritrovano il coraggio
di tornare ad amare,
anche se la sofferenza è tanta.
Sul loro cammino
incontrano la speranza
con la forza
di ricominciare.
che tutto finisca... che tutto passi in fretta.
In un angolo di muro freddo
che non si lascia abbracciare,
ripiegata su me stessa,
riparo la schiena dai tuoi colpi,
da cui non riesco più a difendermi,
non ho la forza di reagire.
Vorrei rialzarmi, ma non mi dai il tempo.
Nella gola, l'angoscia e il timore
avanza fino alla fine di ogni pensiero
fino a cancellarli tutti.
Abbandono me, eludendo
questo respiro che fa male
evado dalle fitte delle costole.
Percossa fino allo stremo...
altre cicatrici si aggiungono su ferite
non ancora rimarginate.
E giù... un altro colpo e... buio!
Con le mie braccia mi difendo,
con le mie gambe mi rialzo, ma...
mi ridesta il gelo di un pavimento,
dove il mio corpo e restio a lasciarlo.
Ancora una volta, riapro gli occhi
tutto è sbiadito e troppo dolorante.
Guardo i segni di una malsana follia,
lividi, sangue e pezzi di cuore,
la mia dignità è la prima a morire.
La mia casa è ormai fatta di lacrime e urla,
delusioni, sconforto, silenzio, solitudine,
e di oppressione da cui ho paura di fuggire.
Fisso il soffitto squallido e scuro,
ricordo i tuoi occhi verdi, mentre i miei...
vorrei chiuderli per sempre.
Sii penna: il tuo inchiostro cancellerà chi ti ferisce.
Sii sole: il tuo raggio accecherà chi ti fa ombra.
Sii luna: il tuo candore abbaglierà chi vuol sporcarti.
Fallo ogni volta che vuoi...
e poi...ancora una volta
e poi...un'altra volta ancora.
Non sentirti in colpa,
quando lui ti dice che vali poco.
Non scusarti quando lui ti schiaffeggia.
Chi ama non picchia.
Chi ama non offende.
L'amore non lascia lividi sul corpo.
L'amore non lascia ferite nell'anima.
Quando senti dolore grida.
Quando lui ti picchia chiedi aiuto.
Sii vento: il tuo sibilo sposterà chi ti urla contro.
Sii penna: il tuo inchiostro
cancellerà chi ti ferisce.
Sii sole: il tuo raggio
accecherà chi vuol farti ombra.
Sii luna: il tuo candore
abbaglierà chi vuol sporcarti.
Fallo ogni volta
e poi...ancora una volta
e poi un'altra volta ancora.
Non provare amore per chi ti odia.
L'amore non è possesso.
Non perdonare chi fa della
tua debolezza la sua forza.
I lividi sul tuo corpo,
altro non sono,
che le frustrazioni
di un uomo misero
e tu...non puoi fartene carico.
Non accettare le sue scuse
dopo che ti ha picchiata.
Se ti allontani e lui ti cerca...
non credergli.
Non cedere...mai.
Sappi che...
i fiori che ti regalerà
per farsi perdonare...
potrebbero anche essere
gli ultimi che riceverai.
A chi ti ferisce...
non credere...mai.
di sorrisi di gioia
di notizie
che danno i sobbalzi al cuore.
Sentire il profumo
della felicità
arriva come una grande onda
in mezzo al mare.
Scopriamo una stella
che stanotte brilla di più.
Arriva come un tornado
spazza via tutte le nuvole che
abitano il cielo.
Sorridono i volti di tutti
davanti a quegli occhi
che irradiano una nuova vita.
Nel pomeriggio di ieri
le scarpe cantavano
per un nuovo esordio.
Le gambe della ragazza
chiacchieravano in fretta
con le pozze d'acqua...
sì, era di pomeriggio
prima del farsi sera,
un chiocciare di becchi
a raccontare novità.
C'era un numero vario
di storni e uccellini neri
a disegnare quell'addio
del sole, del cielo alla terra.
Il perdono al tuo peccato
è rimasto sul selciato
in un rivolo rosso geranio,
ora è sera, c'è solo un gufo
che fa a gara con l'assiuolo.
La festa va ad iniziare...
brividi d'inizio mese.
ricordare una ragazzina
che di nascosto metteva
le scarpe con il tacco,
il rossetto ed usciva
per essere ammirata
ed apprezzata da sconosciuti.
Sorridere di quelle uscite
con il cuore in subbuglio per
non essere scoperta,
una ragazzina che voleva
scoprire il mondo....
Mentre metto panni colorati
che dai bianchi cercano di svignarsela
tutti assieme nella lavatrice, spiegando
a ognuno di loro che la vita è difficile
e devono imparare a cavarsela
da soli, una bella donna con un grembiule
sulla lunga sottana alla postazione
accanto alla mia nello scialle si tormenta.
Si dispera per aver già programmato
il prelavaggio, sbircia il mio gettone
e non si dà pace per aver scordato
un fazzolettone imbrattato da carbone
di zucchero nel sacco di iuta del bucato.
Così le offro aiuto, sperando di prenderla
poi per la gola alla bancarella del torrone.
In un batter d’occhio girano tutti
insieme in allegria: boxer, canottiere
e calzettoni, e lo sciarpone impacciato.
Ma lei è così tesa per il suo indumento
che non può far a meno di restar a vedere.
E io sono così sensibile che non mi resta
che sedermi davanti alla lavabiancheria.
Le lascio il posto di fronte all’oblò, che
mi commuovo mentre centrifuga.
Anche se mi piace creda sia galanteria.Mi ero riproposto di telefonarle per chiederle scusa. Da due settimane avevo chiuso con lei.
Due settimane consegnate al silenzio che avevo architettato per una insana voglia di vendetta. Lei aveva avuto alla fine, dopo reiterati sospetti, la certezza che fossi di un’altra e aveva mostrato la sua rabbia con un’indescrivibile scenata di gelosia. Non potei discolparmi per dirle ch’era stato solo un gioco. Glielo avevo fatto credere per spezzare la monotonia del nostro rapporto: scarse amicizie, difficoltà a parlare di noi, necessità di curare egoisticamente i propri interessi, serate silenziose sul divano a seguire film scialbi. E rare occasioni per fare l’amore. Lei era metodica e programmava “ l’amore” solo nei giorni della settimana in cui non andava in palestra. Mai effusioni improvvise secondo il mio desiderio… solo ordine e compostezza anche nel fare l’amore. In quei momenti mi ricordava la moglie del principe Tomasi di Lampedusa , descritta dall’autore ne “ Il Gattopardo”. Una donna ossessionata dalla paura dell’atto coniugale, tanto che il principe suo marito non le aveva mai visto l’ombelico…
Quella sera sul divano, prima di addormentarmi, mi ero convinto che pensavo ad un’altra donna.
C’era una lei che mi piaceva, un desiderio nato al mattino d’impulso come quando decidi di alzarti per andare in bagno e soddisfarti. Potevo dare una scossa alla mia vita, certo potevo farlo per sentirmi vivo. Lei la ritrovavo quasi ogni volta che uscivo di casa. Scendeva o saliva le scale con studiata lentezza, come se volesse impedirmi di scansarla. Leggevo ogni suo pensiero nel movimento sussultorio delle natiche, era un invito a seguire i suoi passi per incollarmi alla sua schiena. All’ultimo gradino si voltava e mi sorrideva mostrando il candore dei denti perfetti. I suoi silenzi erano eloquenti come un’ orazione pro suo corpore.. .L’altra, quella con cui avevo chiuso, non l’avevo mai desiderata con la stessa intensità.
Avevo sollevato la cornetta del telefono, deciso a chiedere perdono… Qualcuno aveva suonato alla porta. Era la ragazza delle scale, pronta a perorare.