sulle tue rosee guance,
piccoli brillanti di malinconia
meste ai fior di speranze.
E occhi di cielo dischiusi
ai ricami delle chimere
decantate nel cuore
con flebile voce flautata,
tra i scuri pugni stretti
delle sconfitte sorde!
Un dolce volo sonoro
nell'essere profondo
oltre il confine del disincanto!
Un fascio di tempo svelato
nelle tue mani rivolte alla luce
della vita scritta lentamente
con inchiostro d'anima,
e sacrificio tinto di porpora.
Tuono, lampo e vento nel sole
sulla rude via del fato
mentre assume forma e voce
nei desideri che respiro vivo
divengono realizzandosi,
quei desideri nascosti
che nello scrigno
del tuo universo non sveli.
Vittoria nell'essere,
pulsione del creato nel creato,
inno d'eccezione
per eccellenza nei sussulti,
sorrisi nati irrefrenabili,
grovigli di gemiti in gioia,
esultanze di soddisfazioni!
E, pioggia di coriandoli d'oro
è quella vittoria sul tuo viso
e nel cuore nel sogno
che non tramonta, non muore,
non abbandona mai,
ma batte forte!
E si nutre, cresce,
matura, si realizza.
Nel segno della forza
della fede fedele
di essere vero e vivo,
e tu non abbandonarlo mai
in un angolo del tuo mondo
ascoltalo in ogni sua sfumatura
che cattura.
Fa si che sia epicentro
del tuo credo, culto d'avorio,
perenne motivo essenziale
nelle tue movenze
solo così i tuoi sogni
si trasformeranno in realtà.
Non al tepore delle lenzuola,
non al chiuso d’una stanza vuota
ma qui,tra questi vecchi alberi
fra i prati verdi fioriti
dalle albe mattutine
che sono il sentore
di armonie divine.
Tra i fiori, che al par di te
son splendidi e belli.
Corri con me a sentir
le melodie degli uccelli
che intrecciano amori.
Testimone ne è il cielo
nel suo splendore
di questo nostro mirar
colmo d’amore.
Pure il sole
che irradia calore
è stupito da questo splendore
custodito nel cuore.
Il mio libro preferito
Se tu fossi un libro mi basterebbe leggere
solamente una pagina per sapere che
sei la storia che voglio.
Sono sicuro che mi basterebbe una pagina,
perche' in ogni storia importante
non c'e' nulla di prevedibile.
Le storie piu' belle sono cosi',
"da leggere" ogni giorno accanto a qualcuno
considerato giusto e tu saresti sicuramente
il mio libro preferito.
gli occhi che sembrano un piccolo universo,
tu sei tutto quello che ho, per cui resto.
Labbra di fuoco rosso stellato,
mi sorride con sangue ghiacciato,
non ho altro, ma sei tutto cio' che ho sperato,
ti amo, lo so, pare tutto insensato.
In te tutto il mio mondo ho trovato,
vita senza morte a cui non ho mai osato,
ma voglio ancora stringerti per mano,
so che rimarrai il mio desiderio vietato.
E se potro' raggiungerti almeno,
per solo poterti stare alle spalle,
devi sapere amore che saro' comunque li,'
perche' nessuno fra le stelle ti possa far del male.
sotto un gregge di nubi
due aquiloni liberi
hanno rotto il filo
e fluttuano in aria
in fuga dalla città.
Il vento corre tra gli alberi
spettinati che lo applaudono
mentre monti e tramonti
si specchiano su laghi di vetro
graffiati dallo sguardo
di una luna che balla da sola
al centro di stelle di cera
con un violino d'aria
che suona solo per lei.
Questa pace io vorrei
portare nei sogni miei,
né più sinistra né più destra
e mai più una guerra.
In montagna il cuore
forse batte più forte,
ma quanta vita c'è che
gira qui intorno a me...
Oggi riesco quasi
a volermi bene...
Mamma...
è il videoricordo con l’ora e la data di troppi anni fa
dopo il quale è cambiato tutto ed è nato un figlio,
dodici dispari
su ventiquattro sono le ore che leggo al contrario
sul quadrante del Breil quando lei non c’è,
ventotto pollici
è una tv a colori che la gente guarda in bianco e nero
prima di scendere in piazza a bruciare tante bandiere,
uno soltanto
è l’attaccante con il nove sulle spalle che segna
e corre ad esultare con rabbia sotto la curva.
Sei marce
sono quelle che uso per guidare seguendo
una strada di quelle dove spesso mi perdo,
quattro minuti
è la durata di una stupenda canzone che la radio
passa sempre ma non riesco mai a registrare tutta,
due catene
legate ai polsi sono quelle che mi rendono schiavo
del mio castello di rabbia chiuso nel mio specchio.
Venti sigarette
riempiono un pacchetto di Marlboro
che fumo quasi sempre da solo
quando mi sento o voglio esserlo,
due ruote
sono quelle d’una moto rossa
che corre in fuga dalla noia
fotografando il vuoto negli specchietti,
trentasei anni
compiuti da poco sono l’età d’un sogno
con gli occhi azzurri che tutti chiamano
Laura
ma nessuno conosce più di me
e adesso
i miei numeri intorno
sono i giorni, mesi e anni
che passo con lei.
a sprazzi splendente,
l'astro ameno del giorno
si cela sfumato e corbellante
sui quei volti indifferenti
dei loro convulsi corpi
spediti verso le proprie mete,
mentre placida l'autunno intraprende le sue piroette
sul libeccio che aspira sfociare
in una intensa pioggia
di melanconia da scordare!
Cromie sfumate
si allontanano avvolte
nel silenzio dietro ogni angolo,
mentre foglie brune e gialle
sussurrano il loro stormire
sotto alle mie suola,
le vie come vesti di cenere
si tingono d'ombre
ed errate congetture
che come un veleno
il cuore inerte rende immobile!
Dal parabrezza ahimè
ignava or cerco
il riflesso rarefatto dell'etere,
la metamorfosi che la Terra
dona in tale momento,
ma l'umido asfalto
nel suo abbraccio inerte,
privano i miei occhi
da quel bagliore incantato!
È un'assenza costante,
un'obliterazione implacabile
che mi spacca il cuore,
respiro saviamente riposta
solo nella tua casa, nella tua vita!
Amor che or mi sei lontano...
E così, rimango prigioniera
del tempo irremovibile,
senza poter annusare
il profumo del risveglio
delle dolci caldarroste
dopo l'amplesso dei sensi
dalle più sensuali movenze.
Le strade or si ergono
come celle asfittiche,
in cui l'autunno canta
folate stonate dal crepitio
della malinconica pioggia
da cancellare sulla mia pelle!
Ma le mie pietrificate membra non avvertono la lirica,
mancano i sensi per catturarne l'essenza vibrante...
Eppure là fuori,
la sconfinata bellezza
delle bronzee foglie
che danzano
e danzano in cerchio,
come candide gocce di rugiada,
e l'arcobaleno
dalle tenue tonalità,
rendono magnifico
il mio sguardo di vita o di morte,
in un'arpa che la natura accorda!
Mi sfugge la speranza d'averti,
che come fronde caduche
or siamo amanti scostanti
nel fruscio che si leva
come cantilena
nelle piaghe che risvegliano
il presente nel traffico
dagli assordanti clacson,
ma tra le mura dell'urbanità
che mi imprigiona e avvita,
resto legata a un panorama monotono e opaco,
annusando fragranze
che la mia città frutta,
come un animale assetato
di antichi olezzi che non trovo!
Forse un giorno astratto fuggirò
da questo scuro labirinto,
dalle urla della metropoli
che opprime e confonde,
per vivere l'autunno
con lo sguardo estinto
dalla meteoropatia
sulle spalle di una natura
che implora respiro profondo!
Fuggirò per raggiungerti.
E fino a quel giorno,
mi dedicherò a ricordare
immersa nella caverna dell'urbanità infame
che esiste un mondo
di intervalli e cadenze,
non solo ricamati di nostalgie
e reminiscenze in amarezze,
ma anche di intagli
di sbuffi d'aliti di vita
da cogliere per vitalizzare
quei momenti da lavare
con fiducia nella fede
che in quel giorno che verrà
sarà magione per l'amore,
senza grigiore e senza orpello
a offrire un autunno
senza affanno e senza ombrello!
Ricordo
Quando penso alla luce dei tuoi occhi
Specchio dell’inafferrabile amore
Ti cerco anima della mia anima
La strada che insieme percorremmo mano nella mano
Unica armonia dei nostri pensieri
Pronuncio il tuo nome in questa notte buia
Ed io mi sento vuoto di emozioni
Una luminosa quiete
Nel silenzio profondo della notte
Palpita il mio cuore
Null’altro.
L’onda si ritira.
La rena alita fasci di luce.
Biancheggia la spuma
nell’azzurro del mare
e, nel splendente velo
ecco un raggio
nel terso cielo.
La limpidezza di questo azzurro
e, l’infinito sussurro del mare azzurro
tra brezze incolte e, amabili rimpianti
rimane un l’indelebile scritto
d’un perenne conflitto
tra il ricordo e il rimpianto
nel vasto oceano di un cuore infranto.
quel vibrante affresco su tela,
intrepida sinfonia dell'anima
esploso in un mosaico
di brillanti tessere decorative.
Frammenti di cuore mio!
Tu sei quel vivido tripudio
che si fonda nella più tenera
e conturbante invenzione
che il potere dell'tere
abbia mai osservato.
Tu sei mistero confessato
alle mie percezioni
originandoti tra le dita.
Oh folgorazione eccelsa!
Capolavoro pittorico
in un qui pro quo schiarito
con imponenti emozioni,
lasciati catturare
dalle mie fantasie imaginifiche
affinché scaglie di tempo
parlino di te ininterrottamente.