tra queste nostre coltri calde ancora
negli ultimi momenti che a quest’ora
un torpido Morfëo mattutino
ci concede in assenza d’altri assilli,
e il tuo labile sonno molestando
e le sinuosità tue carezzando
far riviver vorrei quei primi idilli,
reciproca ricerca del mistero
d’altr’anima scoprire le malie,
abbandonarsi a quelle fantasie
che sol chi ama intender può davvero.
Ancor il corpo tuo ha la fattezza
che ignuda mi svelasti quella sera,
quel novembre di nostra primavera,
e ugual per me del volto è la bellezza.
Lo so che tale è solo una chimera
che mi fingo un po’ desto un po’ dormiente,
ma m’illudo così che il dì presente
nel nostr’autunno ancor sia primavera.
che brillano nel buio
due finestre dell'anima
che riflettono il suo cuore
Due mari
che attirano con forza
due abissi di profondità
dove estinguere la voce
In quegli occhi - scerno
un mondo di emozione
un mondo di passione
un mondo di dolcezza e d'amore
il mio più bel sorriso per te
affinché ascoltassi il tuo cuore
in cerca di pace dove riposare.
Ho tessuto ancora
intrecci di sole dove scaldare
la tua pelle tra sogni sgargianti
tra le vigne del fato che ci avvicina.
Ho scoperto ancora
il mio sguardo d'amore inerme
sulla scialuppa dei tuoi tentennamenti
senza lasciarmi vacillare mai.
Ho abbracciato ancora
l'ingiustizia della felicità imprigionata
nel non potermi donare al tuo porto
dove addormentarmi senza soffrire.
ultimo mio ricordo svanito,
affinché accarezzi ancora il suo viso.
La sua assenza è disco che piange
negli angoli del mio cielo, squarciato
dal rancore senza luce che m’illumini.
Il suo silenzio è sciabordio di colpe
che si infrangono nelle mie vene,
senza darmi spiegazioni
per riaprire le porte dei miei occhi.
Il suo abbandono è condanna
che scava vane lettere d’amore
senza voce che risorgono.
Affonda il vestito bianco del perdono,
che guarisce ogni asma di onta.
Vorrei tornare indietro, in ginocchio,
per tenerti saldo sempre per mano,
quando non l’ho fatto, per egoismo.
Vorrei essere più indietro nel tempo
e rompere lame di silenzi di ghiaccio
con l’amore che pulsava, urlandotelo.
Vorrei trasportarmi nei lassi di tempo
che erano stati tempesta in flagranza,
per tesserli di voluttà d’amore per te.
Ma sono qui, solo, tra le lacrime,
sull’innocenza della tua scomparsa,
di cui siamo vittime nella confessione
salpata verso il mare aperto
della vita, che ci separa
senza “ma” e senza un “se”,
riparandoci sotto l’ombrello rotto
del destino afono che ignora,
per farci guardare ancora una volta
negli occhi e nel cuore,
per dirci ancora
ti amo ancora, ti amo amore.
solcar l'acque schiumose,
d'Afrodite fecondo grembo?
promessa gioia s'è inganno
e nel cuor sazio geme cupido,
inutile il pianto: cupo, torbido,
ombra d'Anteros n'è scherno
l'anima, smarrita, s'aggira tra
labirinti d'ombre e luci fugaci,
ove il tempo si perde, e l'eterno
si fa dell'incanto di sogni mai sazi.
Qual chimera, or l'orizzonte infinito
si frange sulle rive di quei desideri!
e il cuore, trafitto da tanta angoscia,
anelando si perde in spazi inviolati.
e l'animo, dal cuor indomato,
s'ha pace nell'eco dell amor egoista:
sussurra promesse d'eterno amare.
negli oceani di fioca neve al soffio,
sul suolo erto della peritosa verità,
che travolge nel risveglio delle iridi,
alle emozioni che esplodono
in gemiti.
L’impeto del cuore scorre d’ebano
tra le tue gote pallide, alla natura
che colora percezioni svelate
senza ascolto, danzando tra le labbra
stinte dal mare d’amore
che racconta.
Ho viaggiato nei giorni dei tuoi occhi,
senza meta che sciolga l’avvenuta
dei rupi e sterpaglie nelle meraviglie,
che attraversavano magie e ruscelli
nei respiri dei fiori che coglievamo,
selvatici, selvatici come i nostri cuori,
come i nostri sogni,
senza fiato velato.
Viaggio ancora accanto a te: l’eterno!
Con fede al dito che tradisce confesso ogni tabù, in anima e corpo, senza fine.
Libertà è questo amarci senza rughe
che feriscono l’amore incontaminato
della nostra alba in rinascita eterna.
ancora, questa mia ferita
che il tuo sorriso ha aperto,
che non vuol guarire mai.
Fosti mia, bocca adorata,
tuoi gli infiniti baci d’amore,
dolci di miele e di passione,
diventati ormai denti feroci,
che sbranano, intera, la vita,
non lasciandomi più nulla.
Tua l’anima mia, le lacrime,
i sospiri e ogni mio pensiero.
Fummo felici insieme, uniti,
carne nella carne, un’anima sola,
quella che oggi hai divorato,
quella che, nonostante tutto,
mai smetterà di amarti.
Limerick, endecasillabi canonici a maiore e settenari rimati in schema AAbbA.
Ancora sei padrona dei pensieri,
domani lo sarai com'eri ieri:
di bei sogni l'essenza
di cui non so far senza.
Anche se sono sogni menzogneri.
ioffa, 15/07/2025
della distanza che disegna lacrime
in schizzi di emozioni sottopelle?
Hai mai dimenticato la dolce brezza
che nuda accarezzava la pura estasi
che abbracciava i nostri tremuli cuori
sulla scarpata del nostro fato in bilico!
Hai mai ricordato le corse nel tempo
senza vele che salpavano tra onde scure nel gelo della disperazione dell'addio che bruciava di passione?
Hai mai lasciato sul serio quel sorriso
che ti faceva battere il cuore d'attesa
nelle corde del nostro amore di rose
nei drappi di sogni da vivere insieme?
Hai colmato il peso del buio senza via
negli schiamazzi dei ricordi in fuga
mentre andavo via nel deserto d'ira,
nelle ore sorde degli interrogativi,
dalle risposte congelate dal destino,
per stapparci verità velate al cuore!
Le navi vanno
le navi vengono
lentamente dividono
l’acqua in onde
in un continuo partire
arrivare verso luoghi
dove il mondo si mostra
nelle facce rosse tinte dal vino
delle taverne
nelle coscie di prostitute
spremute da marinai avidi
d’amore
nel sorgere di albe
nel calare del sole
il cui colore cremisi
tinge la cresta delle onde
le navi dondolano dove il loro
orizzonte finisce
ognuna ha il suo porto
dove sperare
dove morire.
astro errante in turbinio di nubi,
immerso in pozze d'aurora,
colme di riflessi d'amore
nel mio profondo cielo del cuore.
Mi accendi la vita alle emozioni,
ma crudi sono i passi del valzer
tra bramosia e tormento.
Siamo due arcipelaghi gemelli,
distanti e amanti l’uno dell’altra,
ma la vita ci incatena in perpetuo!
Un lamento muto, tinto di lacrime,
ormai svela, come un ordigno,
una tormentata promessa nascosta.
Oh, dolce segreto, mio amore,
contrastato dalla cieca oscurità,
dal fato che non perdona
due cuori innamorati per errore.
Lascia, alla luce del faro della verità,
la ragione di persistere divisi.
Nelle ceneri del dolore, l’amor trafitto
sarà l’unica essenza da ricordare,
a non farci più soffrire
l’uno per l’altra.
Non conoscevo i tuoi fiori
né il tempo e luogo della fioritura.
Come di un’altra latitudine,
di bosco antico, di reale giardino.
.
Sospeso fin dopo alle lacrime
e forse anche oltre e più
non li colsi per amore
e li in quel punto rimasi
intorno ad un semplice sempre.







