Fosti brivido inatteso,
forte nodo nella gola.
Fosti folle desiderio,
Fosti vento, sole e sale.
Risi e piansi sentimenti.
Masticai fiumi ansanti.
Con un'anima tremante,
vissi istanti, intensamente.
Oggi, il cuore chiuso, muto,
cerca vuote spiegazioni,
mentre il giorno gira spento
tra ricordi e delusioni.
Sei ancora dolce sogno,
sempre viva tentazione.
Sei mancanza sulla pelle;
nel grigiore, sei colore.
Posso anche non cercarti,
posso ridere agli scherzi.
Ma d'inganno ci si spegne
e negli occhi zuppe spugne.
Se l'amore fosse saggio
a sé stesso basterebbe,
ma vuol litri di coraggio.
Vetri rotti, specchi e schegge.
Sei presente nell'assenza,
come fuoco che non brucia,
come vento in una stanza,
come sabbia tra la pioggia.
Vivo ancora le tue labbra.
Mani erranti sulla pelle.
Occhi pieni di domande,
corpi sciolti tra le stelle.
Era tutta fantasia:
io volavo, tu pensavi.
È del folle la magia,
ma tu, saggio, non amavi.
Sei vincente, forte e fermo,
galoppante nel deserto.
Mentre io respiro l'acqua
e dal mondo mi nascondo.
Sento ancora le tue braccia.
La paura uccide lenta
come lama, taglia e schiaccia.
Vedo ancora la tua faccia.
Fosti brivido inatteso,
forte nodo nella gola.
Fosti folle desiderio,
Fosti vento, sole e sale.
Resti vuoto e grave suono,
resti un lampo e poi un tuono.
L'infinito in un secondo,
piuma e piombo, centro e sfondo.
Sarò folle e senza senno,
ma l'amore vive solo,
non si compra, non si paga,
ma si espia come un dolo.
Tu non m'ami, resta lì.
Vivi, sogna, credi e ridi.
Lascia andare nell'oblìo
quel che mai fu stato mio.
Nel silenzio e con distanza,
tra le lacrime e i sorrisi,
sarai raggio di speranza
per grondanti sogni stesi.
Sarai ciò che non è stato,
come un fiore mai sbocciato.
Sarai forza e turbamento,
luce e buio in un momento.
Fui per te curiosità,
sol quesito di scoperta.
Ma la noia, dama esperta,
già inseguiva novità.
I miei pianti? Il tuo cappotto,
per vestire le bugie,
per celarci sopra e sotto
le tue ansie per le mie.
Promettesti un'amicizia,
ma fu solo l'ingiustizia
di qualcosa a cui credetti.
Eran solo trabocchetti.
La tua immagine lucente,
già macchiata di dolore,
sembra imbroglio e gioco folle.
Serro il cuore duramente.
Caro te, che sempre sei
mondo bello da scoprire,
io non sono quel che vuoi,
ma non merito il tuo agire.
Tu prometti e ti distacchi,
menti, scappi, bruci e neghi
ti difendi dagli attacchi
del mio affetto. Ti dilegui.
È pesante l'armatura
che sul petto tu ti porti.
Leggerezza ne è la cura,
ma è in te, non nei rapporti.
Caro te, ti lascio andare.
Il mio cuore resta fermo.
Trama fissa sullo schermo.
Ridi, sogna e non temere.
Che i tuoi giorni siano belli,
acque chiare, soli e stelle.
Vola in alto, credi e balla,
Del tuo vuoto sarò culla.
Commenti
Tra l'altro, ho aspettato molto a condividere questa poesia (scritta molto tempo fa). Forse, serviva proprio che quel "caro te, ti lascio andare" diventasse abbastanza "fermo". Un saluto, Mari.