rileggendo capricci e rughe
lento sale
lo stridere delle avvizzite sirene
un tempo giovani.
Dei solitari rituali preparatori
indossando il giorno
verso la fabbrica,
verso ore inginocchiate
in lunghe file per entrare,
il suono del ridere operaio,
il pane.
Dimentica, mi sussurravo,
dimentica e ricorda.
Poi con l'orgoglio dei più
era domenica.
Commenti
Grazie è stata una bellissima lettura.
tutto il mio lavoro di oggi sta nel fare di questo ricordo il vademecum per l'oggi e per il domani. Ricordo, prima di tutto e forse anche nostalgia ma soprattutto una regola aurea: non dimenticare quella lunga stagione (durissima) e le radici conquistate.
un abbraccio
Abner
Bella.
Abner
Io sono del parere che bisogna ricordare tutto...a maggior ragione la sofferenza...e la domenica sarà "orgogliosament e" festa
A seguire voglio dirle che un testo poetico non è un'opinione, ma qualcosa che si distanzia dalla stessa per anni luce. Del resto il mio sussurrarmi era qualcosa di molto, molto intimo. Interagire con questo testo e con la parte più intima (o con altri testi) con una opinione diversa è davvero inutile quando non comprensibile. Ammetto che vi siano vissuti diversi dal mio, miliardi di vissuti diversi. Basta - se si può - scrivere un'altra poesia! Non crede? A titolo amichevole voglio insinuare che le critiche sono sempre costruttive, le altrui opinioni e le altrui visioni del mondo sono vere e proprie intromissioni. Naturalmente sono abituato alle intromissioni e non me la prendo mai.
Abner
Ah mi dimenticavo di scrivere che la poesia è bella...forse era questo il commento che cercavi...
Demetrio
Insomma nessuna polemica da parte mia. Per il resto vorrei scrivere che sono così superiore ai giudizi positivi che non ne ho bisogno. Sarebbe una menzogna. Non conosco poeti esenti da narcisismo, quindi grazie.
un saluto caro
Abner