A piedi nudi, smarriti e sconvolti,
in cima a carretti trainati da asini,
stipati in furgoncini ambulanti
bambini inermi tra nubi di mosche
piccoli indifesi tra urla e lacrime,
uccisi e mutilati, bimbi e neonati,
corpi decomposti sul ciglio stradale
e c’è chi ancora non batte ciglio
intrappolati in una rete di sofferenza,
infinito continuo stato di emergenza,
fugge per strada schivando proiettili
un bambino ferito tra ordigni bellici.
di Dio nelle terre
dove non ci sono gli ulivi
è opportuno che dove ci sono
gli abeti insieme agli ulivi
le querce e frassini d'alti fusti
ripeto lentamente i cipressi
insegnano la preghiera,
checché si preghi l'Onnipotente.
ci sono gli ulivi ed i cipressi:
ed è vero, poiché i fiori primaverili
sono belli sebbene immaturi.
Come mele a dicembre
- diventiamo frassini...
velocissimi e rapidissi
che si dirigono al capo opposto
della disintegrazione
rapidi nell'universo
che sembriamo in pace
siamo come autori sconosciuti
ma che piacciono
E più veloci di prima
curvati dallo spazio
in traiettorie incurvate
come materia forma e sostanza
anch'esse racchiuse dentro una stanza
il cielo è blu e noi siamo tanto piccoli
i bambini sono l'amore
e sanno usare il cuore,
sono la gioia, il futuro e la speranza.
I bambini sono quelli cari a Gesù,
sono come fiori
che sbocciano in tutto
il loro splendore.
Loro vanno amati
perché hanno bisogno d'amore.
P.S: questa poesia è stata ispirata
dalla canzone " il mercato degli angeli".
con la sua piccola utilitaria,
borsa in spalla verso gli spogliatoi,
accolto da dirigenti come avvoltoi.
Tutti lo guardano con fare sospetto,
decreterà chissà un tiro dal dischetto,
lui saluta ignaro di cosa sia la truffa,
accolto nella sua stanza da odor di muffa.
Controlla le distinte in modo certosino,
assicurandosi della regolarità di ogni cartellino,
fa un giro in campo per verificarne le condizioni,
uno sguardo agli spalti ode le prime imprecazioni.
Lui è abituato a vari insulti,
pratica da tempo la tecnica degli indulti,
sa che è solo folle ignoranza,
di becera gente che si sfoga a oltranza.
Finalmente inizia la partita,
la tribuna di tifosi è gremita,
e arriva puntuale il consueto saluto:
'Arbitro sei proprio un cornuto!'.
non è come lo vorresti tu,
scusami se il dolore ha invaso
il tuo cuore ❤️ se la crudeltà
dell'uomo ti ha pugnalato alle
spalle,se tanta violenza ha
colpito il tuo corpo.
Bambino scusami se nei tuoi
occhi non brilla più l'amore,
se quella carezza non ti hanno
più donato,se nuvole ti girano
sempre intorno.
Scusami per questo mondo
così crudele che ti ho regalato , .
per quella violenza che ti ha
strappato alla vita senza darti
tempo di comprendere.
Scusami bambino se hai chiesto
aiuto e il tuo eroe non è venuto
a salvarti.
Ti chiedo perdono ,la pace senza
ritorno .Le giornate corrono di fretta
l'odio non aspetta.
Bambino scusami per questo
mondo così martoriato ,il cuore ❤️
piange ,lacrime bagnano i nostri
visi l'odio continua ad essere infinito .
quanti bambini farai sorridere,
quanti bambini renderai felici.
Che meraviglia il tuo arrivo
sei buona come un biscottino.
Befana così vecchina mai stanca,
dolci e giocattoli in quantità
hai lasciato nelle.case di ogni città
Una magia che arriva sempre puntuale ,
grazie vecchina che arrivi dal cielo
e con la tua super scopina veloce
arrivi in terra senza far rumore .
Grazie dolce vecchina per la tua
generosità, i bimbi oggi gioiranno e
per un attimo per tanti di loro
la tristezza via porterai .
Grazie vecchina al prossimo.anno ora
torna nel cielo,dove le stelle ti culleranno
per un riposo meritato.
Poesia significa maestra mia.
Con gioia, allegria e fantasia
si può creare ogni cosa che ci sia.
La felicità è quello che ci avete trasmesso
e così ogni cosa ci avete permesso.
Maestre un giorno ci rivedremo
e felicemente ci risaluteremo.
Maestre stravaganti.
Le maestre si affacciano dalle finestre
con tante minestre
e gli alunni le preparano
nelle palestre!
E’ un’altra volta Natale,
la terra impazzita oramai
popolata da mostri e automi
che s’incrociano urtandosi
volti lividi emaciati.
.
Umanità feroce che s’uccide
senza più speranza, senza una prece.
E’ Natale, nascerà un bambino
dove nascerà ?
.
Tra il fango e la guerra
o in una calda culla?
Umanità senza bontà
s’è smarrita tra sfavillii di luci e falsi Dei.
In cielo brilla la Cometa
tutt’attorno il manto gelato copre il silenzio.
.
E’ nato un bambino sui marciapiedi
altri camminano senza speranza
lento il passo e il volto scavato.
Chiedono amore, a chi lo sa dare ,
infanzia negata.
.
E’ Natale, s’addormentano i bambini
chi nelle calde culle, chi per la strada
chi con nel cuore nessuna ninna nanna.
Quanta falsa compassione
quanti sguardi di bimbi sorridono tristezza.
.
E’ Natale, la Cometa brilla nel cielo di stelle
bambini spingono grossi carri di sogni infranti
scende il silenzio,
si sente solo il battito dei loro cuori.
Infanzia esclusa che piange dentro.
Sofferenze di bambini
questa notte illumineranno la cometa.
.
Bambini che per una notte sognano un angelo vicino.
.
E’ un’altra volta Natale!
Alle redine! Ajeje!
Non c'è tempo e non c'è modo
ormai sembra tutto perduto:
il mondo è come una navicella
lanciata con incredibile foga
attraverso il vento del pericolo
e sembra
ad ogn'altra onda
che si spezzi
e rompa e mentre
rimbomba il tuono...:
ma tu Madonna del consiglio
sai come conviene conforto
all'indigere della nostra età.
E reca consiglio e conforto
la tua sublime Maestà.
Uomini di ieri sapevate
eppur ancor oggi è mistero
quel sacro consiglio che è figlio
della Storia, che è servir
questa Madonna con gran zelo.
Fiori d'Acciaio fragili e inermi,
troppo piccoli per capire,
troppo grandi per dimenticare,
vagano smarriti su strade deserte,
feriti nel corpo, violati nell'anima,
strappati con rabbia dal grembo materno,
mandati nel baratro di un avito inferno.
Li senti piangere di un pianto lontano
nel silenzio assordante di coscienze silenti,
li vedi camminare tra bombe e macerie
in un mondo malato di odio e rancore.
Avanzano avvolti nel loro dolore,
sporchi nel viso e la morte nel cuore.
Aride gocce di calda rugiada
ne solcano lievi i petali rosa,
un candido alone di luce soffusa
ne ammanta gli steli, ridente e radiosa.
Sembrano angeli caduti dal cielo,
eroi senza gloria e senza valore
germogli iridati di una terra impietosa,
semi di speranza di un mondo migliore.
Il bambino e la guerra
Il cielo non lasciava trasparire
la follia dell’uomo rosso.
La piazza risplendeva di un bianco stanco
Stressato nella luce incerta
di un giorno incerto, di vite incerte
colombe, come rondini, in volo radente
vigliaccamente salvavano la loro libertà
bambini scivolavano sulle ali dell’innocenza.
All’improvviso botti e danze di luci
Andrei corri, vieni subito a casa
Papa lasciaci godere dei fuochi artificiali
Andrei non sono fuochi è la guerra
“papa, cos’è la guerra, un gioco?”
E’ una grossa fetta della follia dell’uomo
“papa, che cos’è la follia?”
Andrei sei troppo giovane, crescendo capirai.
Corri vieni immediatamente a casa
In fondo alla strada macchine d’acciaio
Avanzavano girando le teste alla ceca
Lanciando morte e distruzione, senza rispetto
Ospedali, chiese, scuole palazzi
Esplodono e bruciando cadono come birilli
Libertà, Misericordia, amore, tolleranza sono diventate, solo: parole, parole, parole
l’uomo normale assiste impotente
le lacrime non innaffiano giustizia.
Nonni, madri e bambini volano in cielo
cadendo senza paracadute, nelle fosse comuni.
Tutti i potenti, parlano, decidono, senza decidere
mettono note, come ai tempi di scuola
quando la campanella suona, tornano ai loro rifugi
mangiano e bevono, masticando libertà,
stressati si addormentano, ma al loro risveglio nulla è cambiato: “anzi”
Signore tu che hai sempre seminato pace e giustizia,
e sei la verità, fai qualcosa, ferma questa carneficina.
scambia rime a buon mercato
con il naso che gli cola
poi gli manca la parola!
Guarda verso i tetti bigi
dove stanno tanti mici
miaomiaomiao è tutto un coro
la mia casa è tutta d'oro !
Guarda verso il cielo blu
dove ci sei pure tu
come nuvoletta riccia
che di tutto pur s'impiccia
guarda verso prati e case
ma lo fa due volte al mese...
Sai, i poeti sono strani
volan come gli aeroplani.
Dopo recitata la preghiera
Quando il sonno vien da sé
Tu strilli senza un perché
La mamma ti culla
Mentre tu piangi per nulla
Le tue saranno gioie?
Son tristezze?
Ora son più gioie che tristezze
Senza alcune paranoie
Ti ho preso il palmo
grande come una moneta
e mi hai guardato
coi tuoi occhi ciechi,
mi sono chiesto
che mondo avrai di fronte a te?
sarai felice?
ti realizzerai?
ti accontenterai?
quanti viaggi farai?
quali posti vedrai?
Ora siamo uguali
non sappiamo nulla
tranne per una cosa
che io so per certo,
che tu ancora non sai,
che prima o poi, ti innamorerai.
28/9/2021
benvenuto Pietro