T'avvicini e mi guardi.
Mi guardi, come mai.
Quello che provo somiglia a un fiore già morto
bagnato così all'improvviso
da una pioggia densa arrivata troppo tardi.
Una lingua di velluto che lecca membra bambine.
Da vicino quasi mi pugnali.
A breve distanza m'accorgo del tuo viso, quello di sempre.
Quel che vedo mi trapassa il sentire.
Mi incide i polsi.
Mi fai sentire una lastra sottile di ferro
piegata dal vento
così all'improvviso.
Colpo fugace e affilato
preciso e stronzo
tiepido e gelido insieme.
Vedere per la prima volta la mia faccia di fronte.
Non uno specchio.
Come se nell'aria s'aprisse un ovale sospeso
così all'improvviso
coi tuoi tratti.
Come guardarti negli occhi da solo
come incontrarti di scatto
trovarti davanti,
così per caso. Per sbaglio.
Non un passante.
Ti volti e succede, quegl'occhi di fronte
che ti guardano.
Questo è successo.
Mi giro e ti vedo col mio viso,
quello che nascondo nei capelli.
Per la prima volta ti sento mia madre
quasi posso immaginarmi nel ventre
quasi ti vedo cullarmi
tu a contenermi
quasi vorrei tornare lì dentro.
Posso immaginarti con le mani sul grembo
quasi sento quel tatto dolcissimo.
Ti avrei ancora così.
La mamma gravida del figlio.
Siamo due tombe.
Sembriamo due estranei.
Due passanti che si somigliano in viso.
Vorrei m'inghiottissi adesso.
Madre, perchè non vuoi amarmi?
Mi guardi, come mai.
Quello che provo somiglia a un fiore già morto
bagnato così all'improvviso
da una pioggia densa arrivata troppo tardi.
Una lingua di velluto che lecca membra bambine.
Da vicino quasi mi pugnali.
A breve distanza m'accorgo del tuo viso, quello di sempre.
Quel che vedo mi trapassa il sentire.
Mi incide i polsi.
Mi fai sentire una lastra sottile di ferro
piegata dal vento
così all'improvviso.
Colpo fugace e affilato
preciso e stronzo
tiepido e gelido insieme.
Vedere per la prima volta la mia faccia di fronte.
Non uno specchio.
Come se nell'aria s'aprisse un ovale sospeso
così all'improvviso
coi tuoi tratti.
Come guardarti negli occhi da solo
come incontrarti di scatto
trovarti davanti,
così per caso. Per sbaglio.
Non un passante.
Ti volti e succede, quegl'occhi di fronte
che ti guardano.
Questo è successo.
Mi giro e ti vedo col mio viso,
quello che nascondo nei capelli.
Per la prima volta ti sento mia madre
quasi posso immaginarmi nel ventre
quasi ti vedo cullarmi
tu a contenermi
quasi vorrei tornare lì dentro.
Posso immaginarti con le mani sul grembo
quasi sento quel tatto dolcissimo.
Ti avrei ancora così.
La mamma gravida del figlio.
Siamo due tombe.
Sembriamo due estranei.
Due passanti che si somigliano in viso.
Vorrei m'inghiottissi adesso.
Madre, perchè non vuoi amarmi?
Commenti
Alla fine, di colpo...mi sono sentita morire...
E mi sono augurata che davvero fosse solo, per te, una "sperimentazion e poetica"
Mi chiedo come può una madre ,non amare il proprio figlio?....quan to bisogno damore sprigiona da questi tuoi versi SYrio! Spero che questa preghiera sia ascoltata..... Bravissimo comunque....... ......e un caro saluto......... .HERA
Piaciuta .
Il tuo nome d'arte servirà a darti, in qualsiasi occasione e passo della vita, la forza di cui hai bisogno e chi ti sta vicino sarà illuminato da te.
Io non so se questa poesia sia autobiografica e se così fosse.. ti dico.. FORZA! SEI UN GRANDE!