Sei un diamante che la luce dell'alba fa risplendere nella sabbia.
La terra ti ha chiamata per danzare,
Ti ha sollevata a ridato luce inviolata.

Quei fiori marci ti facevano piangere,
Sapevi che prima o poi saresti caduta nell'oblio.

Senza timore di appassire, nutrivi il mio corpo con il tuo candore.

Mi strugge il ricordo di quelle sere passate a scrivere canzoni.
Io non riuscivo a vedere oltre alle apparenze,
Mentre le tue ferite si cicatrizzavano in un frangente.

Sovrasti ogni ideologia e tocchi la grandine.
Sei vestita come un angelo e non cedi alle tentazioni.
Ti ammiro e piango avidamente sulla tua lapide.

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Profilo Autore: Valerio Frico  

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