Ancora una volta …
ti porterò sulle braccia,
ti stringerò sul mio petto,
ti ricondurrò sull’altare,
ti faro salite sul podio!
Ancora una volta …
sorveglierò la tua giornata,
aprirò alla tua vita una fessura,
farò un buco per spiare con un occhio,
guarderai il mondo che ci circonda!
Ancora una volta …
ti libererò dalle preoccupazioni,
scaccerò i guai, le sofferenze,
sconfiggerò gli inganni, le paure,
curerò le malattie, le ferite, i dolori!
Ancora una volta …
ti regalerò la gioia, la speranza,
avrai fede in Dio, il sorriso, l’amore,
vedrai la pace, la luce, la serenità,
scenderai dal letto su un tappeto di velluto!
Ancora una volta …
farò largo sulla tua strada,
la sgombererò da sassi ed ostacoli,
ti porterò fuori dalle incertezze,
ti servirò con coscienza ed umanità!
Ancora una volta …
guarderai da quella fessura, da quel buco,
vedrai spuntare dalla terra i fiori,
crescerà una spiga di grano,
s’innalzerà un albero di frutta!
Ancora una volta, oggi, domani, sempre,
non vedrai più spuntare dalla terra l’orrore,
un pezzo di plastica, un piatto, un bicchiere,
la mano, il piede o il braccio di un cadavere,
un bidone radioattivo, una macchina bruciata!
Voglio ricominciare
ormai ho capito
ho fatto il tirocinio
e mi è servito…
Voglio col tempo
tornare indietro
quando all’improvviso
esplodeva in me il sorriso
quando l’unico problema
era l’acne sul mio viso.
Voglio riavvolgere il nastro
e ricominciare
non mi basta una sola vita
una sola possibilità
senza via d’uscita.
Voglio ricominciare
rifare quello che ho sbagliato
se pur nel petto
ho una profonda ferita
e avvalermi dell’esperienza
di tutto quello che ho capito
ricominciando sarei più sano
migliore, più pulito.
Vi prego
datemi un’altra occasione
l’ultima lo giuro
voglio gustarmi ogni attimo
della vita ogni minuto…
Scorri il dito sulle labbra morsicate
a trattener quei baci strappati,
agghiaccianti le gesta narrate,
da petali di rosa porpora celate.
Con il far gentile di garbato adulatore
nascondesti l’anima di dannato seduttore.
Fredda è la rabbia che anima i tuoi gesti
scagliati ad imbrattare le sue vesti.
Ancora una volta e una volta ancora,
per quanto l’hai straziata… vigliacco predatore!
Quell’ innocente corpo più volte colpito,
quei seni tumefatti che hanno nutrito.
Perché non ricordi le carezze donate
quando la tua paura tuonava nel vuoto?
Perché non ricordi le mani piccine,
tese verso colei amorevole e cortese?
Ancora una volta, una volta ancora
le tue mani accanite a dare dolore.
Non c’è terra che possa ospitarti,
non c’è Dio che possa perdonarti,
il tuo vivere è un marchio infetto
ad onta di chi merita rispetto,
e ogni uomo che di tal nome si fregia
al sentir di te… sulla pace non si adagia.
ho fame d'amore
accoglimi
riscaldami
comprendimi
accettami
Ti conosco bene
ma ancora una volta m'illudo
Mi accarezzi
annegando nel tuo egoismo
mi guardi
fingi tenerezza
ho voglia di credere
m'illudo
ma ancora una volta
vai via
E ti riscrivo, ancora una volta,
sulla battigia del mio tempo
ed il tuo nome ferisce anche il cielo
fra questi spiccioli di primavera
che assaporano solstizio d’eco.
Conversazioni col mio ieri
nevicano nei pensieri
come un concerto di rondini
ed il mio sguardo si posa
su un merletto di vento,
smorza l’alba del mio cuore
come una ferita di vita
sole svestito d’ottobre.
fra fili d'erba
come un velo si posa
su vergini membra.
Neve si commuove
al primo fiore
che sorge.
Cielo sfugge
a nuvole passate
e si compiace
al canto dell'usignolo.
Persefone ritorna
nelle braccia
di sua madre.
Sei tu il battito nell'ora oscillata
e il cuore di oggetti senza tempo
allevo una passione sconfinata,
che del tuo abbraccio fa culla e risveglio
t’ho stretto dentro senza voler respirare:
per un momento almeno
t’ho fermato per sempre
e dalla nuca osservo il tuo arrivo continuo
fra gli anelli dell’alba e le stanze
Ho abbattuto la vecchia casa,
ora abito senza porte
Oh, è nostra
la carne in fiamme
nel fuoco
della divina passione.
Si mescolano
in una danza
folle e selvaggia;
Al di là del tempo
un sospiro e poi
il culmine del piacere:
Ti amo
apre in me dissidi interiori.
ancora una volta a credere.
Sprazzi dorati appaiono
mi fanno dimenticare l'ora.
a sollevare veli silenziosi.
Poi un inarcarsi del corpo...
T'amo un'ombra sulla tua
ancora una volta a credere.
inghiotto la saliva.
Ancora una volta,
la gola mi fa male.
Sono stanca e senza voce,
anche se la mia anima urla.
Lacrime inondano il mio viso,
mentre tu mi sorridi beffardo.
Un segno sotto la camicia,
le tue unghie prepotenti
sulla mia pelle.
Il tuo sudore fradicio mi disgusta.
La tua bocca che mi insulta,
giorno dopo giorno,
vuole rendermi insicura.
Io una rosa,
sono erba calpestata
e tu sei fango.
Voglio ribellarmi,
non avere più paura.
Io sono sole e tu grigiore.
Io sono donna e merito amore.
I miei occhi vogliono sorridere
e non avere più paura!