Tenue pennellate
dipingono la vita
Intrecci filamentosi
a cascata scendono
Il verde dell’anima
speranza
sulle acque traspare
Scalda il cuore
il giallo dorato
…
Ninfee
abbracci di foglie distese
dolci carezze
siete alba
luce e tramonto
Un sogno d’amore
sulle acque
si posa
gli orizzonti
ne le giardin d’eau
e la mia casa
non ha più confini
ma un abbraccio di colori
- non posso fare a meno di vibrare nella luce
e saturo d’amore, rivederti ninfa -
D’azzurro
gli occhi mi colmo
cullando il cuore
in onde lente
Sospeso
d’Eterno
sfinita,
mi lascio cullare
dall’incanto di trasparenze colorate
e giochi di luci in volo
in armonia
tra le trame di un giardino che,
fluido,
fresche ninfee,
sospese a filo d’acqua,
accoglie
e lascia libere
di respirare.
Sublime magia anima il mio osservare
e prodigioso diviene il mio sostare
tra improvvisi slanci
che della mia primavera
sfidano il tramonto.
Germogli e sogni
Aspettano l’alba,
Dentro una culla
Di acqua turchese,
Dove dolcemente
Ondeggiano al sole
Maestose ninfee
Dai colori soffusi.
In quel paradiso,
Lo sguardo si perde
E il cuore d’incanto,
Si acquieta e rinasce.
d’estreme ninfee.
e profumi d'armonium,
come fossero Dee!
sopra gli occhi del fiume
la natura si ricompone:
squarci di glicine e aurore.
Piovono pioppi,
esplode la Senna
e i colori si fondono:
le stagioni e la sera.
E tutto l’Amore è nelle mani.
ed il petto si brina d’aurora
e di talco di cielo infreddolito
ed il cuor è un sorso di sorriso,
pagliuzza di nuvola canuta che
sul respiro dell’acqua scivola:
è arpa d’anima e pensiero di violino,
puro bacio di un intimo mattino.
Son i miei occhi
veliero di foglia spiaggiata,
ghiaccio di carta su questo stagno
fiocca, come ala di farfalla,
ninfee su un prato di campagna.
si schiusero lentamente
-l'uno dopo l'altro-
alle prime luci dell'alba
fluttuando a pelo d'acqua,
sembravano sospese
-come noi stessi-
appese ad un filo sottile
sulla superficie dell'esistenza.
Il ciliegio pian piano sfiorì
spargendo lacrime di petali
sulla superficie del laghetto,
dalle ninfee imparai
che la profondità
-a volte-
è in superficie.
Le ninfee mi son testimoni,
richiudendosi al crepuscolo
che quel giorno
in questo laghetto
annegai tra mille lacrime
i miei dolori.
nell'apogeo di cotanta meraviglia,
nell'oro di corolla
che, fulgente, s'apre al sole,
l'ardore del pittore per la Ninfa
e ascolta, nell'impatto del silenzio,
avvolto di ceruleo, sottratto al cielo,
come a immaginar tinta del Paradiso,
il vento,
ch'accarezza soavemente le ninfee,
ancor piangendo, nel ricordo d'un rimpianto
per quel ch'ea stato, un tempo mai scordato.
Racchiude, lo stagno, il suo mistero immortalato,
nel supplicar perdono da se stesso,
nell'anelar conforto sconosciuto;
rivela la trama bisbigliata della storia
immers'ancora nell'ordito del ricordo,
tra l'armonico inceder del dipinto
e il geniale fluir di tal pennello.
Pel suo sapiente tocco,
la tela sibillina sconfina in un sussulto,
assuefatta alla voglia di bellezza,
nell'incanto d'ammirar se stessa,
come suadente Ninfa testé abbagliata.
Tra l'acque ristagnanti, ch'odorano di vita,
tra tinte ch'allietan lo sguardo infervorato,
e olezzi ch'inebrian 'l pretenzioso olfatto,
rammenta, lo stagno desolato:
sommersa come perla, di perle sì adornata,
a farsi ancor più ambita s'accingea la Ninfa,
del raggio di Sole, perdutamente innamorata.
Tesoro desiato le fu greve,
per splender come stella tra le stelle,
affiorante su quei petali di fiore,
quali mani tramutate in corolle di ninfee,
dacché 'l fango le fu veste, per l'eterno.
E s'ode un mormorio celato,
tra l'espressione di ritocchi d'emozione
e sfumature di smeraldo e lapislazzulo,
nell'estasi sublime d'un tal capolavoro:
un suggestivo canto librarsi dallo stagno,
tremulo, com'a palesar screziate ali di farfalla;
intona un melodioso inno, sinfonico spartito,
in sintonia col vento,
a richiamar l'amore della Ninfa per il Sole,
alfin che non s'annienti un mero sentimento,
trascendentale,
pur scritto sulla soglia d'infinito.
ora ci sei tu. L’amore in rima, il liuto e il suo suono
e vedi le ninfee sull’acqua, gemme in questo spazio.
Accanto a te sono nato di nuovo e sono luce
e colore e tempo o il bianco trasparente delle gocce
che vicine l’una all’altra assorbono le sfumature
del cielo che alla stregua di una grotta ci protegge
sul palco in calco di questa dimensione. Siamo stati gregge
lungo il percorso, ciechi e sordi, tempie dure
e cuore senza trasporto. E vedi le pigre striature delle rocce
della collina adagiata sullo specchio, e la voce
dell’eco che risuona sull’acqua, giada e topazio
seguendo i sentieri dello spettro, poi il tuono
e la pioggia che cade, le ninfee a proteggerci dal nulla.
