Beh, per restare in “poetare da poeta”, poesia è ciò che ti prende e porta via. Per certi versi, quelli giusti, si legge da sola. E, quando giungi in coda, non chiudi la porta, perché rimane la voglia di tornare daccapo o di aggiungere spunto, un commento, un complimento, un decoro. Ti riempie quel vuoto, è profumo che spira, sapore che ispira, gioca coi sensi che, da un sorriso almeno, non ti puoi sottrarre o da una riflessione assorta, un volo. Non dovrebbe portare con se grossolani errori, se non voluti, i soliti triti da sugo, se non doverosi, banalità, salvo che (minima) sia spolverata a dovere. Gli si tolga di dosso pesantezza, maturi snella, come una gazzella a provocare solo rincorse. E poeta … è chi ci riesce. Metri, figure, rime, rumori, possono essere un valore aggiunto o l’esatto contrario.